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mercoledì 4 luglio 2012

Si può adottare la balanced scorecard nelle organizzazioni noprofit ?

La risposta è assolutamente affermativa: la Balanced Scorecard può essere utilizzata anche in organizzazioni noprofit (o not-for-profit). Quello che è assolutamente necessario fare è disegnare una mappa strategica espressamente pensata per un'organizzazione noprofit. Questo è il passaggio più critico: identificare quante prospettive usare ed in che ordine strutturarle nella mappa per rispecchiare il più possibile la specifica realtà. Si tratta di un passaggio delicato perché si definisce come la mission dell'organizzazione viene declinata in risultati da raggiungere e nell'operatività quotidiana che dovrebbe permettere di raggiungerli. Alle organizzazioni noprofit suggerisco di utilizzare uno schema di BSC a tre prospettive: la prospettiva dei risultati, quella dei processi e quella delle risorse. E' un modello semplice che aiuta la riflessione e risulta molto efficace se utilizzato correttamente. L'attenzione va posta soprattutto alla prospettiva dei risultati che devono essere coerenti con la mission dell'organizzazione e devono tener conto dei vari stakeholder dell'organizzazione stessa. Definire correttamente gli obiettivi in questa prospettiva permette di inquadrare nella giusta luce quelli che sono i processi chiave da migliorare per raggiungere tali risultati e di identificare i rapporti causa effetto tra gli obiettivi nella prospettiva dei processi e gli obiettivi nella prospettiva dei risultati. Una volta definiti i processi chiave si identificano come debbono essere le risorse a disposizione dell'organizzazione per poterli eseguire nel migliore dei modi. Disegnata la mappa strategica, si procede poi alla individuazione delle azioni da compiere, alla selezione degli indicatori ed all'impostazione dei target, come in una BSC tradizionale.


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mercoledì 30 maggio 2012

CEO nuova cultura basata sui Social Media




 CEO nuova cultura basata sui Social Media

 Oltre 1.700 Chief Executive Officer, tra cui 69 italiani, provenienti da 64 paesi e attivi in 18 diversi settori: questo il panel che ha utilizzato IBM per effettuare un’indagine (Global CEO Study 2012) volta a capire come la natura del ruolo degli amministratori delegati sia oggi influenzata da apertura, trasparenza e responsabilizzazione dei dipendenti, e quindi più evoluta rispetto al classico approccio “comando e controllo”. I vantaggi di questa nuova tendenza che lo studio ritiene essere in rapida evoluzione? Sono evidenti. E si concretizzano soprattutto in un aspetto: le aziende che superano i propri concorrenti in termini di prestazioni hanno il 30% in più di propensione ad identificare l’apertura quale elemento di influenza essenziale sulla loro organizzazione. E tale apertura, spesso, è caratterizzata da un maggiore uso dei social media come abilitatore alla collaborazione e all'innovazione.

Tendenza ormai nota, e confermata di recente anche da uno studio reso noto da Google Enterprise Italia, che trova all’interno dello studio un esempio sintomatico  nel 16% dei Ceo censiti che oggi ricorre alle piattaforme social per relazionarsi con altri individui, percentuale destinata a salire al 57% entro i prossimi tre-cinque anni.

Anche i Ceo nostrani (nel 59% dei casi) ritengono che social media e Web diverranno il meccanismo di ingaggio principale - dopo il faccia a faccia - dei consumatori nei prossimi tre anni nonostante solo il 17% li utilizzi già oggi

Il futuro vedrà i timonieri delle multinazionali comunicare con clienti, partner e una nuova generazione di dipendenti attraverso Facebook e simili e non solo tramite e-mail e telefono. I social media, fa notare ancora lo studio, sono attualmente il metodo di interazione meno utilizzato con i clienti ma hanno buone probabilità di diventare il principale strumento di coinvolgimento per un'organizzazione entro i prossimi cinque anni . http://www.ictbusiness.it/cont/articolo/i-ceo-cambiano-pelle-piu-collaborativi-piu-social-piu-leader/29079/1.html