DIPENDENTI E SOCIAL MEDIA SOTTO LA LENTE DELLE AZIENDE
Secondo Gartner, meno del 10% delle imprese monitora oggi l’attività dei propri dipendenti su Facebook, YouTube, LinkedIn e piattaforme analoghe per ragioni di sicurezza, ma la percentuale salirà al 60% entro tre anni. Si alza l'attenzione alla tutela della riservatezza dei dati aziendali, ma cresce anche il ricorso ai social come fonte di informazioni su candidati e assunti.
Arma a doppio taglio dentro le pareti dell’ufficio, i social media preoccupano le aziende ma allo stesso tempo offrono nuove opportunità di controllo sulle attività extra-lavorative dei dipendenti: secondo Gartner, nei prossimi anni il monitoraggio di Facebook, Twitter, LinkedIn, YouTube e affini diventerà una questione sempre più delicata e allo stesso tempo strategica. Dall’attuale10% di compagnie attive nel controllare i profili e le bacheche dei lavoratori per ragioni di sicurezza e privacy, la percentuale salirà al 60% entro il 2015.
Se dunque, oggigiorno, solo una compagnia su dieci dichiara di interessarsi all’attività 2.0 dei propri lavoratori per tenere sotto controllo eventuali fughe di informazioni, rivolgersi ai social per ragioni di marketing o di brand management è ormai una pratica diffusa. Ed è in crescita, non senza polemiche e con casi recenti rimbalzati sui media, l’attitudine a voler forzare la mano, pretendendo addirittura di ottenere dai propri assunti o candidati a posizioni di lavoro le password per accedere ai loro profil
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